Nel momento in cui ci si ricongiunge con la Madre Universale, non abbiamo più bisogno di una madre, e nemmeno di essere madre.
Lei è quella che ci nutrirà in continuazione, ci terrà tra le braccia e non ci farà mancare niente,
che ci accoglierà sempre; in antichità, la Dea Madre è stata raffigurata come una volta celeste, piena di stelle, quindi un grande Utero Cosmico che ci avvolge completamente.
La grande Madre Universale, spesso raffigurata con enormi seni; e in quanto al
“colore Celeste”, diciamo la verità, la Madonna glielo ha rubato!
Il Celeste è di tutte le Dee Primigenie, prima che arrivassero i Greci a dire che il Cielo era Urano, e le stelle erano i brillanti nella sua veste.
Non tutte le Dee Madri sono in grado di riconnettersi con le parti del corpo, ma per quelle che invece lo fanno, poi sentirle “fisicamente” è facile.
Molte l’hanno sentita “nel cuore” o comunque asinistra.
Per alcune Dee Madri, può essere anche il silenzio.
La Dea Madre è quel tipo di femminile che per esprimere al meglio se stessa ha “bisogno” di qualcuno, di un tramite; esprime le sue qualità del femminile specchiandosi in qualcuno a cui offre il suo servizio, spesso per tutta la vita. Questo qualcuno può essere il marito, il figlio, la madre. Noi donne moderne dobbiamo fare proprio un grande sforzo per riaprirci a questo aspetto del femminile che nutre, che si prende cura, che accudisce, che dà, che è capace di offrire sé stessa all’altro.
Tarika Di Maggio
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