Io mi auguro che da ora in poi ci siano tanti più Medium, proprio perché c’è tanto lavoro da fare!
Quando si muore, non è che si va “di Là”, un due e tre, vai!
?
Purtroppo, anche i percorsi post-mortem a volte sono lunghissimi, perché in vita siamo stati vivi dentro un contesto, e la nostra cultura continua ad esserci, spesso lasciandoci del tutto ignavi di quello che c’è dopo la morte.
Anche per questo ad AMA facciamo il Death Cafè, per parlarne.
Perchè, la paura resta, per tutti: in fondo, io ora sto parlando, sono qui, ho questo corpo, questa mente, questo ruolo . . . è chiaro che perdere anche tutta questa identificazione nel momento in cui muoio . . . non è facile.
Ed io non ho figli, quelli che ci sono adesso saranno già tutti di là. . . sto provando a semplificare, con tutti quelli con cui entro in un Karma cattivo cerco di rimediare, così da non ritrovarmeli nelle vite successive . . .
Certo che c’è paura: la paura del nostro corpo e la paura di quello che c’è di là . . . e di là c’è di tutto . . .
Pensate che noi, ad AMA, facciamo il servizio incondizionato all’Al di là, più o meno una volta al mese, che consiste nell’offrirsi a Entità che sono di passaggio qui, e che hanno bisogno anche solo per un momento di risentirsi in un corpo, di essere riconosciuti nelle parole, etc. Molti di loro, morti tantissimi anni fa, ha non ancora il bisogno di risentirsi dire come sono morti, cosa si vede noi della loro morte! . . . . Pensate a quanta inconsapevolezza ci può essere del trapasso .. . è come dire “mi addormento, e non mi sveglio”. Quindi continui a sognare, ma sei morto in effetti. E questi sono i più bisognosi.
Tarika Di Maggio
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